Due mesi son passati

Due mesi son passati

Il vento impietoso con forza e rabbia stacca
ogni giorno dal calendario del mio cuore
foglietti di dolore.
Già due mesi son passati dal quel giorno che
solo mi lasciasti; sai piccola mia m’illudevo
che non saresti mai andata via dalla mia vita,
ti credevo immortale, ma cosi non è stato
l’amara verità alla realtà mi ha riportato, e
su quel rosso divano ti vidi esalare il tuo
ultimo respiro, e nei miei occhi le prime
lacrime si affacciarono scivolando come
rigagnoli lungo le mie guance bagnando le
arse mia labbra dal tanto chiamarti, e non vi
fu mai un tuo miagolio a rinfrancarmi, cosi
capì che su di te era calato l’ultimo sipario
della tua vita.
Adesso che non sei più mia, ma di Dio sei
l’eterna sua compagna, ancor ti cerco in
ogni stanza di questa casa, ma di te solo
l’ombra v’è rimasta.
Piccola mia Giuditta, il bacio mio della
buona notte da stasera non più ti darò, e
la tua copertina che ti riscaldava dal freddo
della notte or anch’essa riposa su quella
vuota sedia dove te di tanto,in tanto ti ci
accovacciavi per un sonnellino pomeridiano.
La vita scorre come il fiume scorre al mare,
cosi la mia scorre con nel cuore il tuo amore,
nella mente il tuo nome, nella mia anima che
pace non sa trovare da quando tu ve ne sei
andata.

Luigi Calloni

Eppure un giorno

Eppure un giorno…

Eppure un giorno o l’altro gli occhi aprirai
per guardarmi, come i miei stanno guardando
i tuoi.
Eppure un giorno o l’altro un sorriso mi
regalerai, come ora io ti regalo il mio.
Eppure un giorno o l’altro mi parlerai,
come io sempre parlo con te, e non guardo se è notte o giorno quando converso
con te.
Eppure un giorno o l’altro mi donerai una tua lacrima, come io tante te ne ho donate,
di tanti silenti pianti chiusi nel dolore della mia anima che solo tu li hai visti, sentiti e capiti e asciugati.
Eppure un giorno o l’altro potrò sperare di
vederti da vicino, toccare il tuo viso, ma per
tutto questo desiderio che vivo da tempo
devo dormire un sonno senza risveglio, un sonno senza ritorno, e cosi sia, se il mio
destino è arrivato al fine della mia vita.
Eppure mentre tutto questo ti sto scrivendo,
mi fa sentire cosi tanto vicino a te, da sentirne
il tuo respiro vivo dentro al mio.

Luigi Calloni

Cara mamma

Cara Mamma

Cara mamma, il dono della vita che mi desti tra un
sorriso, il dolore e una lacrima di quel lontano
giorno è rimasto dentro di me come un dna.
Cara mamma, fu gioiosa e bella la mia infanzia
anche se non capivo quel tuo muto triste silenzio
che come un velo nero era sceso sul tuo viso.
Cara mamma, il bambino, il fanciullo e il ragazzino
di quella via dove in fondo v’era casa mia, li mi
sentivo un Re, nessuno mi guardava, nessuno mi
chiedeva perché il fato avesse giocato cosi su di me,
anche perché non avevo risposta da dare, la sapevano
solo Dio e mia madre.
Cara mamma, non sono più quel bambino, fanciullo
e ragazzino, sono un uomo che ha camminato le vie
della vita e non erano asfaltate, v’erano buche e dossi
da superare, con forza e fede e con l’aiuto delle tue
preghiere le ho superate, ma quanto mi sono costate
di pianti, lacrime, delusioni, umiliazioni, che ancora
oggi mi son compagne.
Cara mamma, sono stanco di continuar questa vita,
si, agiata, ma tanto amara che a volte prego Dio
di prendermi tra le sue braccia per portarmi lassù
dove v’è la mia mamma unica donna su questa terra
che capì suo figlio, dove gli altri hanno fallito, perdonali
Signore, perché io lo perdonati fin dal principio.

Luigi Calloni

A mia madre


A Mia Madre

Mamma, oggi è la tua festa, festa d’ogni Mamma.
Non posso ne baciarti ne abbracciarti
Poiché non vivi più su questa terra,
or di Dio sei l’eterna sua compagna.
Mamma ho posto un fiore bianco su quella fredda e bianca lapide dove tu dormi l’eterno tuo riposo.
Sembran gocce di rugiada quelle che scendono lungo le tue guance di quella foto dal tempo ingiallita e impolverata.
No! mamma non sono tue quelle lacrime
che silenti scendono dai tuoi occhi, e
neanche dai miei, visto che è una lacrima rosso sangue come
il cuor mio che ti ama, e da esso ne fuoriesce.
Ciao mamma; devo andare l’ora è tarda,e la sera lentamente scende con il suo silenzio avvolgendomi nel nero suo mantello,
mentre lucciole senza ali s’accendano.
Sento la tua mano
che la mia viene a prendere
per accompagnarmi lungo il silente viale; io ne esco, tu vi resti.

Luigi Calloni